domenica 27 febbraio 2011

Foraward North Kenya


Sono tornata alla base, dopo quasi 2 settimane in giro... e devo dire che quasi mi mancava il mio letto sicuro a casa di Patrizia.
L'itinerario l'avevo previsto, insomma sapevo dove sarei stata, quello che non avevo per nulla previsto sono state le impressioni, diverse per ogni luogo!
Vi risparmio la pippa "ricerca", sono un po' al giro di boa, ma non è facile come poteva sembrare prima di partire... Per cui vi riassumo in breve.

Prima tappa: Maikona!
sono stati i giorni più critici credo. Un po' per l'atmosfera in missione, un po' per il primo spaesamento dato dal deserto.
Ho vissuto lì il caldo asfissiante pre-pioggia, non un alito di vento, aria irrespirabile e la notte è impossibile dormire. Poi d'improvviso, nel buio della mia stanza ho sentito la pioggia cadere violentemente sul tetto di lamiera. Ha piovuto tutta la notte e tutto il giorno dopo. E io bloccata in casa a guardare l'acqua fermarsi nel cortile.
Il primo impatto con il deserto, devo dire è stato forte... pur con la pioggia...
Pruttoppo dato che l'acqua era abbondante nel Chalbi, pochi Camels ai pozzi...

Seconda tappa: North Horr.
Si sale verso nord, sempre più vicini all'Etiopia e sempre più in mezzo al nulla... dobbiamo fare la strada più lunga, andare fin sotto le Hurry Hills e girare intorno al Chalbi che è impraticabile per via della pioggia dei giorni scorsi. strada sconnessa, caldo e polvere... e in più un paesaggio lunare che va da distese infinite di pietra nera lavica alla sabbia bollente. Qua e là qualche pastore con poche capre. Per il resto nulla...
North Horr è un osasi. Un posto che non ti immagini. Palme, capanne e piccole case in muratura... e qui l'acqua non manca. In missione trovo due preti tedeschi (Ft Hantony e Ft Hubert), Ft John che è un Kikuju ma ha l'accento inglese, una coppia dalla Bavaria che è qui per qualche giorno, Juergen e Angela (l'ho conosciuta a Marsabit a inizio febbraio). Mi sento a casa... lavoro e faccio inteviste. E la sera beviamo birra gelata guardando le stelle e parlando di Geddafi, Berlusconi, politica, dell'Italia, dell'Europa...
E' ufficiale che la chiesa di North Horr è la più bella che io abbia mai visto...

terza tappa: Loiangalani
Don Rinino passa per North Horr con un gruppo di Cherasco che è qui in Kenya per un paio di settimane. Mi caricano e per i giorni successivi viaggio con loro.
Sono tutto uomini e tutti potrebbe essere miei genitori, così vengo adottata e devo dire che sentirmi sicura per qualche giorno è stato molto rilassante. Per sicura intendo dire che per qualche giorno non ho dovuto abituarmi da sola alle situazioni, ma ho potuto condividere con questi piemontesi veraci le sensazioni e le insicurezze.
Loiangalani (sul lago Turkana) è un luogo paradisiaco, in missione c'è la piscina... nonostante ciò ho dormito poco, un po' per il caldo (sempre indescrivibile) un po' per una paura matta degli scorpioni... ancora mi sto chiedendo se salgono sui letti o no... stiamo un giorno sul lago Turkana, ci sentiamo in vacanza, anche se gli uomini aiutano il prede nei lavori in officina, e visitiamo pure Elmolo, un piccolo villaggio di ELmolo, l'etnia meno numerosa del Kenya.

quarta tappa: Kargi.
Se prima mi ero lamentata del caldo era solamente perchè non ero mai stata a Kargi.
Partiamo presto e ci lasciamo il lago Turkana alle spalle. attraversiamo nuovamente distese laviche di pietra nera per poi scendere nella savana... in macchina fa caldo e c'è polvere, ma viaggiamo bene!
Arriviamo a Kargi verso le 15... in quel momento, devo dire, sono quasi crollata. Il termometro nella veranda segna 40 gradi... alle 17.30 in cortile arriverà a 46. Non c'è acqua fresca, anche quella della doccia (che arriva da un tank di acqua piovana) è bollente. Beviamo the caldo... io continuo a sudare e penso veramente di non potercela fare... poi però la sera è scesa, il vento soffia e noi riprendiamo a respirare.
Di Kargi vi racconto solo della nostra visita ad una manyatta Rendille. Vi abita una giovane mamma che Don Rinino ha salvato da un'emorragia portandola fino a Marsabit e poi a Maralall... ci accolgono con gioia, la ragazza ringrazia Rinino, è commovente. E poi arriva lo suocero della giovane... è serio ma commosso, chiama le donne e le manda a indossare le collane di pelle e i vestiti delle grandi occasioni, ci porta di fianco al recinto sacro del clan e lì le donne iniziano a ballare/pregare per noi. Per ingraziare Don Rinino per aver salvato la giovane donna e per il lavoro che il gruppo di Cherasco sta aiutando a fare con i pozzi.

Da Kargi, dopo due giorni, siamo tornati a Marsabit dove ho ritrovato Patrizia e ho salutato gli italiani.
Ora devo riordinare le idee, riprendere dove ho lasciato la ricerca e seguire quel mezzo spunto che mi è venuto.
Sono quasi a metà del mio tempo qui. Non ho fretta, ma pole pole si avvicina aprile...

giovedì 24 febbraio 2011

piccolo post

Ciao bella pollastra!!!
Eccomi finalmente!
Qualsiasi cosa scriva a questo punto sembrá un inezia in rapporto al tuo viaggio, ma forse, anche se noioso, é un viaggio anche il mio.
Questa é stata una settimana delirante, mi chiedo spesso come farei se avessi anche il lavoro... Ho sempre 8.000 cose da fare (tra cui guardare la nonna che si é rotta un braccio), ma tutto sommato sto bene.
Ma non ho tanta voglia di parlare di me, ci vivo tutto il giorno con me stessa, che stufia...
quindi parliamo di te.
Leggere i tuoi post é sempre emozionante, scrivi cosí bene... mi sembra di sentire l'odore della polvere e il caldo del sole.. e gli elefanti che attraversano la strada... quindi ti ringrazio! Sono la tua fan numero Uno!!
E per la solitudine, beh, per quella non c'é antidoto data la distanza. Ma, se ti puó aiutare, io penso che, ogni tanto, un po' di sana solitudine giovi. È come l'acqua, ci pulisce e poi siamo piú belli e, se sappiamo rielaborare, anche migliori!
Sfrutta questi momenti (non sai quanto ti invidio!!!), fanne tesoro... e vivili!
Mi manchi tanto tanto!!!
baci
Livia

giovedì 17 febbraio 2011

Maikona

Ciao tutti,
sarò breve, sono bene cosa scrivere.
Gli ultimi non sono stati giorni facili. E devo dire che ho provato sulla pelle quella sensazione che sui manuali di scienze sociali e nei discorsi di professori e compagni viene detta la "solitudine del campo". Insomma mi sono sentita parecchio sola e un po' scoraggiata, ma poi piccole cose e nuove piccole scoperte mi hanno tirato su.
Sono a Maikona da martedì (credo) e qui ha persino piovuto, dopo un anno senza una goccia d'acqua... comunque il caldo straziante c'è comunque e sono felice di annunciarvi che non potevo che beccarmi la stanza più calda di tutta la missione.
Per coloro che sono già stati qui devo avvisarli che è cambiato molto il posto e, soprattutto la missione, ma quando torno credo che ne parleremo a lungo... Ho pensato molto a Tania, dopo un'ora che ero qui Ft Eugene mi ha subito messa prima a pulire e poi ai fornelli... (se non legge il blog avvisatela, almeno questo non è cambiato).
Vabbè, alla fine della fiera ho assoldato un operaio della missione e mi sono fatta accompagnare in town e fare un paio di interviste... sempre la solita solfa Muzungu, muzungo, credo che gli abbiamo chiesto tutti se fossi la sua nuova fidanzata... e vabbe!
Domenica è già un mese che sono partita... il tempo vola!
Per ora sono abbastanza soddisfatta di questi giorni qua. Anche se ci andrà un po' di tempo a capire cosa è andato storto e cosa no. Per ora le sensazioni sono vivide e forti e passano dall'esaltazione alla angoscia!
Ultimo aggiornamento in tempo reale: aspetto una macchina che oggi o domani mi porterà a north horr, altro centro abitato dai Gabra...
quindi vado a fare la borsa!

martedì 15 febbraio 2011

Piove

Scendi pioggia benedetta.
Scendi su questa terra rossa.
Scendi su queste strade polverose, sull'aridità di questo deserto.
Scendi pioggia benedetta.
Scendi su questa Terra, sulle nostre teste, sui nostri volti, sulle nostre labbra assetate.
Scendi e lava via le nostre paure.
Scendi, ricordaci che c'è un Cielo dietro le nuvole e che ci ama.
Un Cielo i cui progetti sfuggono alla nostra comprensione.
Un Cielo che ama i suoi figli, che li guarda vivere e soffrire,vivere e gioire.
Che li consola e mai li abbandona.
Scendi pioggia benedetta e lava via il dolore dei tuoi figli,
svuotali delle tragedie di questa vita e riempili della tua speranza.
Scendi forte, violenta, copiosa.
Scendi in fretta e apri i nostri occhi al sole che già è tornato dopo le nubi.
Dopo il buio, dopo la paura, i tuoni e i lampi della nostra esistenza.
Torna sole a scaldarci dopo l'inverno delle nostre vite.
Torna, splendi e facci risplendere alla tua luce.

Marsabit. Guardando la pioggia scendere e pensando a Carlo.

venerdì 11 febbraio 2011

c'est la vie!

Ci si mette in viaggio, ci si sposta. Io sono passata per 4 aereoporti e ho fatto un giorno intero di strada, prima di arrivare a destinazione.
Mi vengono in mente le fasi dei riti di passaggio, la distanza, il distacco, un tempo preciso di allontanamento per poi entrare in una nuova posizione, in una condizione umana e antropologica diversa. Forse e' questo che succede nei viaggi lunghi. Forse e' quello su cui riflettevamo l'anno scorso in Corsica, il battello ti porta lontano, mentalmente lontano, ti aiuta a compiere il distacco.
Ecco, io il distacco dalla mia quotidianita' e il tuffo nella condizione nuova, l'ho affrontato ormai quasi tre setimane fa.
Devo dire che non e' stato poi cosi' facile. La polvere rossa, le strade dissestate, il vento, il sole, la gente a volte invadente (tipo o fattoni a Isiolo...)... pensavo: tre mesi qui?? non sopravvivero' mai! Dove mi sono andata a ficcare? Maledetta Erika, tu e le tue idee brillanti...
Davvero, non riconoscevo Marsabit. E questo mi ha spaventata non poco.

Sono passati venti giorni e, devo dire, lo shock iniziale se ne e' andato cosi' com'era arrivato. E la grande scoperta e' che in ogni luogo esiste una quotidianita', una normalita' a cui ci si abitua, che si apprezza.
Ora Marsabit non mi sembra poi cosi' male e la polvere fa parte del gioco...

Un abbraccio. Se Dio vuole cambio casa per un po', vado nel deserto o North Horr o Maikona... altro shock in vista?

domenica 6 febbraio 2011

Gabraland


Ieri ho accompagnato Ft. Fred alla manjatta di Shegel, ad un'ora di macchina da Marsabit sulla strada per Maikona. Lui andava a dire messa e a trovare la comunità e così ne ho approfittato. Con noi sono venute anche Sister Anna Maria e una sua ospite (vestita da gran safari... vabbè magari delle scene che si è piantata vi racconto a voce... pazzesco come sappiamo confermare ogni stereotipo accollato a noi bianchi, no?). Comunque partiamo dopo pranzo, verso le 15, con un sole che spacca la mia testa già a Marsabit... metto giusto un po' di crema.
Dopo meno di mezzora \di salti e buche, la terra non è più rossa, ed è Chalbi. Il deserto.
L'impressione è quella di essere passati subito dopo un enorme incendio. Le pietre sono vulcaniche, nere quasi, qualche acacia qua e là e sterpaglie e rovi dappertutto. Nulla si muove se non la polvere che alziamo con la Toyota e i sacchetti di plastica che si impigliano da un ramo all'altro (la questione rifiuti qui non è ancora arrivata).
In lontananza colline che sembrano alzarsi dal nulla e che, contro luce, sembrano ombre di chissà che cosa. È la zona Rendille, verso Kargi, a ovest... a est un'alta cresta di pietra si alza in verticale, mentre davanti si vede in lontananza il riverbero della sabbia e del sale. È il Gabraland, che si estende da qui fino a Maikona, North Horr, Bada Hurri e via fino al confine con l'Etiopia.
Shegel è una largo spiazzo un meno petroso, usato come aeroporto sostitutivo quando a Marsabit c'è troppa nebbia per atterrare.
Ecco proprio qui alla nostra destra iniziano a vedersi gruppetti di tende Gabra. Lì in mezzo al nulla.
Una piccola chiesa di lamiera è stata costruita dai padri di Maykona e di fianco due stanze di lamiera sono la scuola e la casa del maestro... sotto la lamiera si cuoce, così due piccoli cortili, riparati da frasche secche e rami che fanno ombra, fungono da cucina della scuola e da classe per i 26 alunni... qualche sgabello e qualche cartellone. La scuola insomma.
Ci aggiriamo intorno alla chiesa, un po' spostata rispetto alla manjatta, la apriamo, apriamo le finestre. Nessuno esce dalle tende. Nulla si muove. Sembra di essere fuori dal mondo. Forse lo siamo.
Mentre Ft Fred si prepara per dire la messa, con Sister Anna Maria facciamo il giro della manjatta. Così per vedere com'è la situazione, le hanno chiesto di mettere su un servizio di dispensario e vuole dare un'occhiata alla situazione.
I bambini piangono, sono spaventati, le donne sono scontrose. Parlano solo borana, nessuno sa una parola di swahili, figuriamoci inglese. Sister distribuisce collirio e un medicinale per le orecchie, prova a spiegare come usarlo... intanto un gruppetto di bambini ci segue tipo corteo. Ma ci mettono un attimo a prendere confidenza, hanno paura a toccarmi le mani... poi però dopo un po' di yoya! Yoya! Si convincono che se so salutarli in borana e se gli sorrido non dovrei mangiarli... almeno credo sia andata così... mi toccano le mani, guardano la macchina fotografica che ho al collo e che tento di usare con discrezione. Ad alcune donne non vanno le foto e una prova anche a tirarmi una pietra...
Da parte mia faccio attenzione con la macchina e, assolutamente non ho caramelle con me, non mi va. Scherzo con i bambini e ci gioco, ma non sono un distributore. Non è lo stesso per chi mi accompagna e la cosa mi infastidisce un pochino. Le fotografie nelle tende mi sembrano un po' invadenti e forse non è l'atteggiamento migliore per entrare in rapporto con l'altro. Proviamo a pensarci durante la nostra vita quotidiana e proviamo ad immaginare se un paio di sconosciuti arrivassero e ci fotografassero... bah! Mi chiedo se avessi dovuto lasciarla a casa la macchina fotografica...
Dopo messa le cose migliorano. Le donne sembrano più distese... va a sapere. Magari loro hanno già avuto contatti con qualche missionario.
L'unico uomo è un anziano. Lo saluto in swahili, “habari baba”, e lui sembra stupirsi di tanta riverenza... comunque parla solo borana e amen! Gli altri uomini pare siano andati a vendicarsi di un raid subito da un gruppo Rendille il giorno prima. Quotidianità insomma. Effettivamente non ci sono animali nei kraal... ma potrebbero essere in giro alla ricerca di pascoli.
La manyatta si è spostata qui per motivi politici, non ho capito se è per controllare la terra o se per l'influenza di un politico locale che poi può dire di aver costruito una scuola... non ci sono pozzi e non c'è acqua... bah! Sono nomadi? Sono sedentari?
Dopo un paio di ore nel deserto ripartiamo. Io sono alla cocques, rossa come un pomodoro e più cotta della torta che Cristine ci ha preparato a pranzo.
Ripartiamo e continuo a chiedermi il perchè questa gente abbia deciso di fermarsi e di vivere in the middle of nowhere... e soprattutto come possano sopravvivere. Che esistenza conducono? E che senso ha?
Se volevate le questioni trascendentali, direi che oggi ve le ho servite...

venerdì 4 febbraio 2011

network si network no

Questo post l'ho scritto l'altro ieri all'internet point e proprio sul piu' bello la connessione e' sparita... vi giro quello che sono riuscita a salvare nelle bozze.
poi magari nei prossimi giorni verremo benedetti da una connessione decente...

Un abbraccio


Ciao!
ho detto troppo in fretta che avrei avuto una connessione stabile... da martedi' la luce va e viene e cosi' zero connessione... ora sono in uno dei due internet point di marsabit!!
non so bene cosa dire... per ora ho sperimentato un po' la vira quotidiana qui. Vado in ufficio da Darare al mattino... ho letto molto per la ricerca e questa mattina ho fatto la prima intervista...
Per il resto sperimento cose nuove e questo mi piace molto...
vorrei scrivervi su argomenti trascendentali, ma non saprei proprio (e i computer che sto usando non aiuta)
Magari vado per punti:

# Mark, dell'ufficio dell'acqua ha riso di me un quarto d'ora prendendomi in giro su berlusconi... non dico altro. pure qui i giornali parlano di noi...

# sono stata al ristorante!! pilau per tutti!

# vorrei avere una foto del boss provinciale dei comboniani che sfoggia una camicia fantasia con la foto del papa e lo stemma del vaticano... vorrei tanto!

# dico solo a luca che ho pensato a lui l'altro giorno... sono salita su un defender land rover che l'avrebbe fatto impazzire...