Sono tornata alla base, dopo quasi 2 settimane in giro... e devo dire che quasi mi mancava il mio letto sicuro a casa di Patrizia.
L'itinerario l'avevo previsto, insomma sapevo dove sarei stata, quello che non avevo per nulla previsto sono state le impressioni, diverse per ogni luogo!
Vi risparmio la pippa "ricerca", sono un po' al giro di boa, ma non è facile come poteva sembrare prima di partire... Per cui vi riassumo in breve.
Prima tappa: Maikona!
sono stati i giorni più critici credo. Un po' per l'atmosfera in missione, un po' per il primo spaesamento dato dal deserto.
Ho vissuto lì il caldo asfissiante pre-pioggia, non un alito di vento, aria irrespirabile e la notte è impossibile dormire. Poi d'improvviso, nel buio della mia stanza ho sentito la pioggia cadere violentemente sul tetto di lamiera. Ha piovuto tutta la notte e tutto il giorno dopo. E io bloccata in casa a guardare l'acqua fermarsi nel cortile.
Il primo impatto con il deserto, devo dire è stato forte... pur con la pioggia...
Pruttoppo dato che l'acqua era abbondante nel Chalbi, pochi Camels ai pozzi...
Seconda tappa: North Horr.
Si sale verso nord, sempre più vicini all'Etiopia e sempre più in mezzo al nulla... dobbiamo fare la strada più lunga, andare fin sotto le Hurry Hills e girare intorno al Chalbi che è impraticabile per via della pioggia dei giorni scorsi. strada sconnessa, caldo e polvere... e in più un paesaggio lunare che va da distese infinite di pietra nera lavica alla sabbia bollente. Qua e là qualche pastore con poche capre. Per il resto nulla...
North Horr è un osasi. Un posto che non ti immagini. Palme, capanne e piccole case in muratura... e qui l'acqua non manca. In missione trovo due preti tedeschi (Ft Hantony e Ft Hubert), Ft John che è un Kikuju ma ha l'accento inglese, una coppia dalla Bavaria che è qui per qualche giorno, Juergen e Angela (l'ho conosciuta a Marsabit a inizio febbraio). Mi sento a casa... lavoro e faccio inteviste. E la sera beviamo birra gelata guardando le stelle e parlando di Geddafi, Berlusconi, politica, dell'Italia, dell'Europa...
E' ufficiale che la chiesa di North Horr è la più bella che io abbia mai visto...
terza tappa: Loiangalani
Don Rinino passa per North Horr con un gruppo di Cherasco che è qui in Kenya per un paio di settimane. Mi caricano e per i giorni successivi viaggio con loro.
Sono tutto uomini e tutti potrebbe essere miei genitori, così vengo adottata e devo dire che sentirmi sicura per qualche giorno è stato molto rilassante. Per sicura intendo dire che per qualche giorno non ho dovuto abituarmi da sola alle situazioni, ma ho potuto condividere con questi piemontesi veraci le sensazioni e le insicurezze.
Loiangalani (sul lago Turkana) è un luogo paradisiaco, in missione c'è la piscina... nonostante ciò ho dormito poco, un po' per il caldo (sempre indescrivibile) un po' per una paura matta degli scorpioni... ancora mi sto chiedendo se salgono sui letti o no... stiamo un giorno sul lago Turkana, ci sentiamo in vacanza, anche se gli uomini aiutano il prede nei lavori in officina, e visitiamo pure Elmolo, un piccolo villaggio di ELmolo, l'etnia meno numerosa del Kenya.
quarta tappa: Kargi.
Se prima mi ero lamentata del caldo era solamente perchè non ero mai stata a Kargi.
Partiamo presto e ci lasciamo il lago Turkana alle spalle. attraversiamo nuovamente distese laviche di pietra nera per poi scendere nella savana... in macchina fa caldo e c'è polvere, ma viaggiamo bene!
Arriviamo a Kargi verso le 15... in quel momento, devo dire, sono quasi crollata. Il termometro nella veranda segna 40 gradi... alle 17.30 in cortile arriverà a 46. Non c'è acqua fresca, anche quella della doccia (che arriva da un tank di acqua piovana) è bollente. Beviamo the caldo... io continuo a sudare e penso veramente di non potercela fare... poi però la sera è scesa, il vento soffia e noi riprendiamo a respirare.
Di Kargi vi racconto solo della nostra visita ad una manyatta Rendille. Vi abita una giovane mamma che Don Rinino ha salvato da un'emorragia portandola fino a Marsabit e poi a Maralall... ci accolgono con gioia, la ragazza ringrazia Rinino, è commovente. E poi arriva lo suocero della giovane... è serio ma commosso, chiama le donne e le manda a indossare le collane di pelle e i vestiti delle grandi occasioni, ci porta di fianco al recinto sacro del clan e lì le donne iniziano a ballare/pregare per noi. Per ingraziare Don Rinino per aver salvato la giovane donna e per il lavoro che il gruppo di Cherasco sta aiutando a fare con i pozzi.
Da Kargi, dopo due giorni, siamo tornati a Marsabit dove ho ritrovato Patrizia e ho salutato gli italiani.
Ora devo riordinare le idee, riprendere dove ho lasciato la ricerca e seguire quel mezzo spunto che mi è venuto.
Sono quasi a metà del mio tempo qui. Non ho fretta, ma pole pole si avvicina aprile...