martedì 1 dicembre 2009

viva il caco!!

Questa sera vorrei rendermi utile e mettere un po' di chiarezza alla lunga discussione di venerdì sera sul frutto del CACO ... tanto caro alla nostra Livia!!

Dunque, siamo partiti dal sondare a quanti piace il caco con risultati al quanto infimi per questo povero frutto autunnale... aimè, pare piaccia a pochi... comunque questo non è il punto a cui voglio arrivare.
La discussione si era poi spostata a quanto fosse buono, al fatto che lega i denti, etc etc... siamo passati per il sogno di Livia di creare un liquore al caco per poi arriavare alla parola CACO...

ah! E qui abbiamo lasciato cadere la nostra disquisizione per la nostra evidente ignoranza in materia... insomma pare proprio che questa parolina sia bistrattata da tutti e, soprattutto, mal conosciuta dai più... Oggi, come un fulmine a ciel sereno, la soluzione ad ogni dubbio mi è caduta tra le braccia durante una lezione di linguistica africana...
Non mi soffermerò sul come e sul perchè un professore di linguistica africana sia passato dalle classi nominali dello swaili al caco... in ogni caso condivido con voi le nostre scoperte...

Per prima cosa, la parola CACO al singolare è sbagliata!!! in italiano si dice CACHI sia che se ne mangi uno, sia che ci si strafoghi con una cesta stracolma...

e questo, da Marco, non ci era proprio nemmeno balenato per la mente.

la grande questione era sulla differenza tra il frutto e il colore...

Il colore si chiama cachi o kaki (khaki in inglese), dal persiano khak (polvere) da cui deriva khaki che significa polveroso... ed è un colore molto usato per le unifirmi di molte forze armate...

Scritto nello stesso modo, il frutto è invece di origine cinese. i primi a coltivarlo furono i giapponesi, infatti la parola cachi arriva dal Giappone... si iniziò a coltivarlo come albero da frutta in Francia e in Italia a partire dal 1860.
Esiste nella varietà che tutti noi conosciamo, e che piace tanto a Livia, e poi anche nella versione cachi vaniglia o cachi mela...

E' interessante, tra le altre cose, che digitando "cachi" su wikipedia si scopre che Kaki è una città iraniana e e forse pure una città argentina porta questo nome...

In più aggiungo che a lezione abbiamo constatato quanto ci risulti antipatica da dire questa parolina orientale... IL CACHI... insomma suona malissimo!!
E c'è da aggiungere che molto probabilmente se chiediamo un caco al mercato, nessuno ci correggerà. Anzi, pare proprio che l'albero del cachi si chiami caco... che però non si dovrebbe usare al singolare...vabbè un casino...

Direi che il grosso dei nostri dubbi sia stato risolto e altri nuovi sono stati portati all'onore delle cronache di questo blog...

lascio quindi la parola a chi ne sa di più...
un abbraccio a tutti, godetevi il cachi finchè è stagione...
erika

4 commenti:

  1. -_-' letto ciò, non posso che unirmi alla schiera di quelli che chiamatelo come volete tanto non mi piace ^_^'

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  2. Salve signorina, sono Alberto Angela, quel figo che fa i programmi sulla rai...vedendo casualmente il suo post ho provato un immenso piacere nel constatare quanto una luce di saggezza possa e voglia ancora illuminare questo mondo che bistratta IL CACHI.Povero frutto.

    Volevo pertanto invitarla formalmente a partecipare a uno speciale di Superquark della prossima stagione che sarà interamente dedicato al CACHI nella veste di eroina di questo frutto che lega la lingua.

    La ringrazio se vorrà prendere in seria considerazione questa collaborazione in luce anche di possibili future.

    Cordiali Saluti

    Alberto Angela(Figlio di Piero)

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  3. Grazie tozzi per questo inno al caco (tanto non lo chiamo cachi), se lo merita proprio!!!

    Mi è venuta fame...

    Vorrei dire inoltre a tutti quelli che disprezzano e deridono (beh, un po' ridere fa...) il gusto sublime del caco che non assaggeranno mai il mio liquore!!!!
    Ah Ah Ah!!!! (risata malvagia, se non si fosse capito...)
    livia

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  4. mangiare segatura bagnata... questo è il kako o caco o cago o cacco...
    il vero frutto autunnale è il puciu...

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